Padre Amelio Troietto: testimonianza di vita e di fede dal villaggio di Dolores a nord-est dell’isola di Samar nelle Filippine.
Mercoledì 22 ottobre 2025 – ore 20.45
Padre Amelio, medico camilliano, ha trascorso al Gregorianum il periodo degli studi in medicina dal 1981 al 1988: mercoledì celebrerà la Messa, si fermerà a cena con noi e poi risponderà alle nostre curiosità sulla vita missionaria, ma anche sui problemi e prospettive dell’estremo oriente a livello economico e sociale, su come il sistema dei media rappresenta la realtà filippina e sul diverso modo di interpretare, anche a livello tecnico, la professione medica in quelle situazioni estreme.
Alcune informazioni sull’attività di Padre Amelio si possono desumere dalla cronaca dell’ultimo anno trascorso a Dolores.
Amelio, medico e missionario, è un figlio di san Camillo che ha preso “di petto” il carisma del Fondatore; senza mezze misure, con quell’entusiasmo che a volte -escludendo la giusta prudenza- rischia la catastrofe. Lavorare per i malati poveri, per padre Amelio Troietto significa stare con loro, in solitudine, senza concedersi quelli che lui ritiene “lussi”. Come ad esempio un po’ d’aria condizionata la notte, per temperare calura ed umidità.
Padre Amelio, fulvo di barba e capelli, dopo alterne vicende ha forse trovato oggi il suo naturale ubi consistam in un territorio sperduto, in mezzo alla foresta a nord-est di Samar (vedi immagine) in un centro dal nome significativo, Dolores, nella missione fondata da un gruppo di suore francescane dei Sacri Cuori.
Si raggiunge da Manila (circa 970 km) attraversando verso sud tutta l’isola di Luzon fino a Matnog; da lì si prende il ferryboat (2 ore di traversata) fino ad Allen nell’isola di Samar.
Si scende la costa ovest percorrendo una terribile strada dissestata che attraversa villaggi e risaie, fino a Boray. Da lì si attraversa l’isola da ovest ad est su per le montagne ricoperte dalla giungla e ci si affaccia all’Oceano Pacifico a Taft; di lì si risale la costa est per 25 km e si giunge a Dolores.
Questo il percorso quando Padre Amelio va a Manila con la sua auto. Se invece vuole servirsi dell’aereo deve raggiungere Tacloban con mezzi pubblici o privati percorrendo una strada alquanto dissestata per lunghi tratti. La distanza tra Dolores e Tacloban è di circa 200 chilometri. La città di Tacloban si può raggiungere dall’isola di Samar grazie a un ponte di notevole bellezza.
A Dolores esisteva un ambulatorio praticamente abbandonato per mancanza di personale medico. E’ arrivato lui e tutto è rifiorito: la gente del posto, lontana da ogni centro di assistenza o ospedale, ha ora chi pone rimedio ai suoi problemi sanitari, organizzando ricoveri – se necessario – nei più vicini punti attrezzati, quando la patologia è troppo grave per essere curata in loco.
Schivo di carattere, un po’ chiuso per natura, ma allo stesso tempo entusiasta, si è perfettamente adattato ed integrato a una vita solitaria: forse la preferisce (è un’impressione dall’esterno) alla vita in comunità (“legalmente” è inserito nella comunità di Quezon City) ed ai lacci e lacciuoli che questa, per forza di cose, impone.
Quali i problemi che deve affrontare nel suo “eremo”? Quelli soliti della sanità dei poveri: TBC, malattie infettive, infezioni intestinali di vario genere e provenienza, sottoalimentazione ….
Rosso di pelo, rosso di entusiasmo per la propria vocazione, per la propria missione, rosso d’amore per i suoi poveri, padre Amelio è una sorta di tizzone ardente dentro la foresta verde e vergine di Samar.
Un tizzone che forse non provocherà mai un incendio, ma che oggi comunque scalda tanti poveri cuori malati.
Gli ex allievi del Gregorianum che vorranno partecipare sono invitati anche alla cena alle ore 19.45, previa comunicazione della loro presenza.
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