Simone Carmine, tutor al Collegio Gregorianum da ormai tre anni, ha conseguito il dottorato di ricerca in Economics and Managment lo scorso 17 dicembre ed in occasione di tale evento ci ha rilasciato questa intervista.
Cosa ti ha spinto a intraprendere il percorso di studi che hai terminato? Ha contribuito in tale scelta qualche esperienza significativa? Per quale ragione hai scelto di passare da filosofia a economia per il tuo dottorato?
Ho scelto di iniziare il dottorato perché ero spinto dal desiderio di approfondire un argomento che mi appassiona e mi sta a cuore. Ho iniziato a studiare filosofia incuriosito dal pensiero e dal pensare, durante il mio percorso sono però incappato in un tema che non avevo idea sarebbe diventato il mio lavoro di ricerca. Al corso di filosofia della comunicazione del secondo anno della triennale si parlava di violenza nell’età globale e in una lezione il professore ha trattato il tema dell’economia. Sorpreso mi sono chiesto: ma perché l’economia è “violenta”? Da lì è iniziato il mio percorso di approfondimento sulla sostenibilità e la responsabilità in ambito economico e aziendale, che mi ha portato dopo la triennale e la magistrale di filosofia a scegliere di vedere anche l’altro lato della medaglia, oltre quello teorico. Ed ecco perché ho fatto domanda per un dottorato in economia per dotarmi di quelle conoscenze che mi permettessero di studiare la sostenibilità consapevole del punto di vista aziendale.
Ci descriveresti brevemente in cosa è consistita la tua specializzazione?
Mi sono occupato teoricamente ed empiricamente di indagare quali sono le difficoltà che le imprese incontrano nel cercare di essere sostenibili, come le approcciano e le soluzioni che trovano. La sostenibilità è qualcosa di complesso che coinvolge aspetti sociali, ambientali ed economici che sono spesso confliggenti. Ho cercato di capire meglio se le imprese riescono a tenerli insieme anche quando confliggono, per poter essere davvero sostenibili.
Quale ritieni essere l’esperienza che più ti ha cambiato durante questo percorso accademico?
Due direi. La prima confrontarmi con una disciplina totalmente nuove con le sue strutture logiche e le sue metodologie, diverse da quelle che fino a quel momento avevo appreso. E’ stato un esercizio faticoso, ma davvero entusiasmante, che mi ha fatto entrare da filosofo in un modo di conoscenza nuovo. Secondo, le esperienze di ricerca all’estero, sono state essenziale per aprire il mio orizzonte di ricerca e di pensiero.
Hai conseguito la laurea magistrale all’Università del Piemonte Orientale: per quale ragione hai poi scelto di venire a Padova?
La scelta è stata molto “casuale”. Volevo fare il dottorato e vista la difficoltà dei concorsi ho fatto domanda in diversi posti. Sapevo solo che Padova era un ottimo centro per economia ma non molto di più. Con il senno di poi sono entrato nel posto migliore che potessi aspettarmi con davvero un ottimo programma di dottorato che mi ha permesso di conoscere e lavorare con professori di altissimo livello, i quali mi hanno davvero insegnato cosa significa fare ricerca.
Quali aspettative hai adesso per la tua carriera? A cosa vorresti dedicarti?
Vorrei rimanere nel mondo accademico, continuare a fare ricerca in università e con gli anni anche provare a trasmette agli studenti qualcosa delle conoscenze e della passione per i temi legati alla sostenibilità.
Come sei venuto a conoscenza del Collegio Gregorianum? Quale ritieni essere, dalla tua esperienza, l’aspetto più caratterizzante della vita nel Collegio?
Anche qui l’incontro è stato “casuale”. Ho chiamato il centro universitario per cercare un posto nella loro residenza, non ne avevano e mi hanno rimandato al Gregorianum. Ed eccomi qui. Il collegio è stato un’esperienza davvero significativa, che attraverso le persone e le attività, mi ha permesso di trasformare un evento casuale in un periodo importante della mia vita.
Quest’anno hai tenuto uno degli itinerari di formazione che il Collegio offre ai suoi studenti: in che modo ti ha arricchito?
Non è stato il primo anno che mi è capito di proporre e gestire un itinerario di formazione per gli studenti del Collegio. Il filo rosso di questi anni di incontri è stato quello di voler far incontrare i ragazzi con la bellezza del Vangelo e del messaggio di Gesù. Abbiamo cercato di delinearne il volto di capire l’insegnamento essenziale e di ragionare sugli strumenti per sostenere la relazione con lui. Sono stati percorsi fecondi, anche per me, per poter ragionare insieme e scoprire la bellezza disarmante dell’amore di Dio.
Titolo della tesi: “Fast as a tortoise. Paradox in sustainability: conceptual and empirical insights”
Supervisore: Prof.ssa Valentina De Marchi
Co-supervisore: Prof. Roberto Grandinetti
Qui trovate il video di un’altra intervista fatta l’anno scorso a Simone sul nostro profilo Instagram instagreg_official: https://www.instagram.com/tv/B9RWG_3Ib3K/?utm_medium=copy_link