martedì 14 gennaio 2015 – ore 20:45
AAG onlus – Ciclo di conferenze interdisciplinari sulle Neuroscienze – MENTE, CERVELLO E COMPORTAMENTO – In che modo lo studio delle basi biologiche delle proprietà “emergenti” del nostro agire influenzerà categorie filosofiche quali la liberta e la coscienza?
Uno dei maggiori avanzamenti concettuali delle neuroscienze negli ultimi vent’anni è rappresentato dalla dimostrazione che il sistema cerebrale che controlla i nostri movimenti è alla base di importanti funzioni cognitive. Queste funzioni nascono dal confronto, a livello di singoli neuroni, tra l’elaborazione delle informazioni sensoriali provenienti dal mondo esterno e le nostre rappresentazioni motorie.
Conoscere come funziona il cervello, dove e come avviene una particolare attività nervosa ha un valore che va oltre le neuroscienze: ha un impatto su filosofia e sul modo di guardare noi stessi. Nuove tecniche ci permettono di sondare il cervello e di conoscere la sua fisiologia. Ma emergono nuovi quesiti: quando si individua un’area la cui attività è correlata a una particolare funzione nervosa come giudichiamo il suo ruolo? Esiste un rapporto univoco tra una sede nervosa e una funzione, o il rapporto non è esclusivo, da quell’area possono dipendere più funzioni? L’evoluzione del sistema nervoso indica che nella stessa struttura possono essere conservate funzioni precedenti e a queste affiancarsene di nuove, connesse tra loro da una logica interna. Esiste poi una crescente capacità di modificare le funzioni del cervello umano, il che pone problemi affrontati da una nuova disciplina, la neuroetica.
Le scoperte delle neuroscienze rendono sempre più evidente che siamo il nostro cervello. Riportare l’uomo nella natura non solo non è pericoloso, ma non toglie nulla alla sua unicità. Tuttavia pur accettando l’influenza dei geni, opponiamo una certa resistenza quando passiamo a considerare le basi biologiche della cognizione umana. Eppure siamo quel che siamo proprio in virtù del nostro cervello, organo plastico che muta continuamente. Tutto lo modifica. L’effetto delle sostanze che assumiamo e dei discorsi e ragionamenti altrui lo cambiano biologicamente.
Oggi, le manifestazioni della nostra mente, anche quelle considerate le più elevate come la spiritualità, vengono studiate dalle neuroscienze; ai cultori di questo approccio può essere mossa l’accusa di “neuromania”, oppure la “neurofobia” che caratterizza le posizioni degli scettici è sintomo un antiscientismo sempre più diffuso che pensavamo superato?
Il relatore Giovanni Berlucchi (Professore Emerito di Fisiologia – Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Verona) è un grande nome della neurofisiologia e protagonista della nascita delle neuroscienze in Italia, da oltre 40 anni è attivo in diversi settori della ricerca sul cervello: ha studiato vari aspetti della fisiologia del ciclo-sonno veglia, delle interazioni e delle differenze fra gli emisferi cerebrali, della percezione e dell’attenzione visiva, e in genere delle cosiddette funzioni nervose superiori.
Introduce la serata Alberto Feletti, neurochirurgo, ex allievo del Gregorianum.
Gli ex allievi del Gregorianum che vorranno partecipare sono invitati anche alla cena alle ore 19.45, previa comunicazione della loro presenza.