Il professor Ferdinando Gasparini, presente in Gregorianum durante il primo decennio del collegio, contribuì a connotarlo come luogo di impegno culturale e di intelligente e convinta ricerca di risposte ai quesiti che molti giovani si pongono davanti alla proposta di fede.
Negli anni degli studi di Ingegneria e in quelli immediatamente successivi, Nando Gasparini visse intensamente l’esperienza della Fuci, arrivando a svolgere nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana ruoli di primaria responsabilità regionale e nazionale, condividendo queste esperienze con Marida, la collega che poi divenne sua moglie. Erano gli anni ’50, durante i quali la Fuci si era impegnata in un profondo ripensamento della presenza cristiana nello studio universitario.
Di queste riflessioni e delle iniziative conseguentemente proposte è frutto anche l’idea di un collegio per studenti dediti con autentica passione allo studio e all’approfondimento critico delle discipline prescelte e altrettanto sensibili all’esigenza di chiarire i motivi di fondo di ogni scelta intelligente, soprattutto riguardo alla fede e al rapporto con Dio. Il collegio poté poi venire attuato in Padova grazie alla lungimirante e sapiente accoglienza del vescovo Bortignon e all’appassionata opera di don Ivo e di altri generosi. Rimase a lungo la comunanza di ideali e di amicizia con la Fuci, come dimostrano le tante comparse in Gregorianum dei presidenti nazionali di quegli anni, Pietrobelli e Gregolin, e degli assistenti centrali, don Costa e Ferrari Toniolo, come pure di tanti altri responsabili della Fuci.
Gasparini fu direttore del collegio soltanto per un breve periodo perché già nel 1966 vinse la cattedra di Elettrotecnica all’Università di Napoli, dove la sua famiglia volle trasferirsi, anche per offrire ad un figlio carissimo e sfortunato migliori condizioni climatiche. Ma per parecchi anni Gasparini continuò a frequentare Padova e il Gregorianum, con cadenza almeno mensile, rimanendo affettuosamente e intelligentemente legato a don Ivo, a quanti subentrarono nella direzione e agli studenti che aveva conosciuto e con i quali aveva condiviso anche momenti di gioiosa goliardia.
Proprio per il suo legame con il Gregorianum, una decina d’anni più tardi Gasparini propose ad Ugo, suo figlio maggiore, di iscriversi all’università di Padova per frequentare il corso di laurea in Fisica e anche per vivere l’esperienza di allievo del Gregorianum. E mi pare che Ugo conservi positivo ricordo degli anni trascorsi in collegio.
Gasparini è stato un credente cristiano laicamente impegnato nel servizio che può dirsi di “carità intellettuale”, usando l’espressione di mons. Montini, il futuro papa Paolo VI.
Questo impegno Nando lo espresse in Gregorianum, ma anche in altri sedi, continuando ad accettare, anche nelle ultime settimane di vita e nonostante l’aggravarsi della malattia, le richieste di collaborazioni propostegli da aggregazioni culturali cristianamente orientate che in lui riconoscevano una figura eminente del laicato cattolico presente nell’università italiana.
La sincera e profonda fede cristiana di Nando Gasparini era ben nota anche ai molti colleghi universitari, credenti e non, che stimavano la sua religiosità profonda e colta ma mai intollerante verso chi gli manifestava sensibilità e convinzioni diverse dalle sue, purchè non suggerite da presuntuosa ignoranza. In dialoghi e discussioni su atteggiamenti e scelte fondamentali, evitava di ricorrere a proposizioni assertive, preferendo proporre all’interlocutore domande impegnative e coinvolgenti. Restio a qualunque ostentazione che potesse turbare la coscienza altrui, arrivò a raccomandare che nella sua ormai imminente cerimonia funebre si evitasse di mettere a disagio i suoi “amici laici”.
Nando Gasparini ha speso la sua esistenza soprattutto nel mondo dell’università, divenendo personalità eminente nel settore delle ricerche e dell’insegnamento delle scienze elettriche alle quali si dedicò con quel rigore e quella passione per lo studio critico che erano l’aspetto saliente della sua personalità. La sua produzione scientifica è caratterizzata più dal rigore e dalla concisione che da abbondante quantità. Negli ultimi anni diceva sorridendo di avere scritto sempre a mano, dapprima con la penna, poi con matita e frequente uso di gomma per cancellare, e ultimamente quasi solo con la gomma. Si tratta peraltro di produzione scientifica di alto valore, come dimostrano vari prestigiosi riconoscimenti conferitigli per le pubblicazioni riguardanti, in particolare, problemi e proprietà delle reti elettriche.
Gasparini visse l’esperienza universitaria come servizio da rendere dentro l’università e, tramite questa, alla società civile. Rifiutò varie proposte di utilizzare a fini di guadagno mercantile la professionalità e la competenza che gli erano largamente riconosciute. E’ sempre stato ampiamente disponibile a partecipare a incontri e riunioni su temi di ricerca scientifica come pure a quelli sulla riorganizzazione degli studi universitari o sui rapporti tra università e comunità civile; offriva il suo apporto cercando di inquadrare problematiche specifiche in quadri d’insieme più vasti, con una profondità di argomentazioni che esprimeva talvolta in modo complesso, con un vocabolario forbito e una densità concettuale che spesso erano oggetto di scherzosa polemica tra i suoi amici e collaboratori e che Nando accettava volentieri.
Per la sua disponibilità e per la naturale autorevolezza, si trovò ad assumere diverse cariche ufficiali nella struttura universitaria: fu preside di Facoltà, direttore di Dipartimento, coordinatore di Corso di Laurea. Queste posizioni Nando non le ha cercate, ma neppure rifiutate, perchè le ha ritenute utili al servizio da svolgere con dedizione, pronta disponibilità a prendere le decisioni ritenute necessarie e ad assumersene la piena responsabilità.
Eccezionalmente gravoso e difficile fu il ruolo di preside della Facoltà di Ingegneria di Napoli nel periodo del terremoto del 1980, quando Nando si trovò a coordinare e promuovere l’impegno della facoltà nelle fasi di emergenza immediatamente successive all’evento e poi per la ricostruzione. Ritenne, in momenti di confusione e disorganizzazione dei servizi pubblici, di doversi assumere con coraggio anche responsabilità assai rischiose, ben oltre quelle connesse alla funzione di preside; ne ottenne, alla fine, il riconoscimento e la stima dei colleghi e delle autorità preposte.
Nando Gasparini è stato dunque uomo di cultura profonda, di impegno attento e generoso, di amicizia calorosa, fedele e attenta e anche uomo di sicura e intelligente fede cristiana. Divenne personalità rilevante nella scuola universitaria ma anche figura eminente del laicato cattolico italiano.
Visse intensamente l’esperienza familiare e, con sua moglie, testimoniò forza di carattere e fiduciosa pazienza nelle vicende dolorose della sua famiglia, come pure senso della misura nei momenti di gioia e soddisfazione che i figli più volte seppero procurargli. Per molti di noi, in particolare per quanti lo incontrarono nel contesto del collegio Gregorianum, Nando Gasparini è stato e continua ad essere amico, maestro e guida e del suo esempio vogliamo dare testimonianza anche alle più giovani generazioni universitarie.
Gaetano Malesani
Consigliere d’Amministrazione fino al 2006
Professore ordinario di Elettrotecnica