Il 23 marzo 2018 Davide Bonanno Consiglio ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Statistiche, discutendo la tesi Metodi non parametrici per la combinazione di test diagnostici con la Prof.ssa Monica Chiogna. Segue breve intervista al neolaureato.
Raccontaci, per cominciare, quello che è successo in questi ultimi giorni: preparazione e redazione della tesi, di cosa trattava.
Ho presentando una tesi sui metodi statistici utilizzati per la diagnosi delle malattie di cui vado veramente molto fiero.
Per coloro che non sono del settore, in medicina la combinazione di più test diagnostici ricopre un ruolo molto importante per riuscire a determinare quanto più precisamente possibile se un paziente presenta o meno una specifica patologia. Entrando più nello specifico, nel caso di questa tesi è stata considerata una regola decisionale che massimizzasse la curva ROC (acronimo dei termini inglesi Receiver Operating Characteristics): uno strumento grafico molto noto in ambito medico che permette di valutare la capacità predittiva di un test ovvero il suo risk score (più precisamente la probabilità di avere una malattia condizionata ai risultati dei test).
Sono stati, quindi, condotti vari studi di simulazione e sono stati anche analizzati degli insiemi di dati reali: i risultati ottenuti da tutte queste analisi hanno permesso di scorgere i punti di forza e debolezza degli approcci proposti.
Se dovessi riassumere le tue speranze per il prossimo futuro??
Ad oggi, spero di cuore di poter intraprendere carriera nel campo che ho approfondito nel corso della laurea magistrale.
Torniamo indietro nel tempo: il tuo percorso universitario patavino è iniziato solo con la Laurea Magistrale.
Esattamente! Il mio percorso universitario iniziò a Palermo, dove mi immatricolai al corso di laurea triennale in Statistica per l’analisi dei dati, che scoprii per puro caso: ricordo come rimasi incantato quando seguii, nei primi giorni da universitario, il corso di Statistica 1. Questo corso di laurea prevedeva una preparazione piuttosto mista: le materie di cui ho sostenuto gli esami finali vedevano la statistica applicata in differenti ambiti (maggiormente quello economico e quello medico). Con il passare del tempo, scoprii di rispecchiarmi maggiormente nel percorso medico; così maturai la scelta di frequentare il corso di laurea magistrale in Scienze Statistiche presso l’Università degli studi di Padova, che offriva un curriculum prettamente biostatistico.
Del periodo palermitano che ricordi conservi?
Se vogliamo proprio ripercorrere il mio percorso dagli inizi, la mia (bellissima) vita universitaria incominciò nel 2012, quando dovetti scavalcare un numero indescrivibile di persone per riuscire ad immatricolarmi (avevo solo 3 giorni a disposizione). Direte voi che ciò, in linea di massima, non avrebbe dovuto essere un problema… e in fin dei conti sarei d’accordo con voi, se non fosse che la segreteria studenti lavorasse al più 2-3 ore al giorno. Quei 3 faticosissimi giorni son difficili da dimenticare, ma dall’altro lato i problemi rendono più vive (quando non sono gravi) le esperienze.
Circa il mio percorso alla triennale, ricordo come non sia stato solo costituito dallo studio e dalla preparazione di esami: ebbi anche la possibilità di conoscere persone con cui mantengo tuttora i rapporti, con i quali ho condiviso gioie e dolori della vita universitaria e non. Conclusi i miei studi a Palermo con tesi di laurea un rapporto di tirocinio svolto all’INPS: era un’analisi esplorativa di dati provenienti da dei verbali sanitari riferiti a minori affetti da autismo.
Successivamente hai dovuto organizzare il trasferimento a Padova.
I ricordi legati al trasferimento si accavallano a quelli della stesura della tesi: sono piuttosto vividi, il cambiamento era sempre più concreto e nel mentre studiavo in vista dell’esame (Analisi Matematica) previsto per accedere al corso di laurea magistrale. Era in gioco non solo la sfera professionale, ma anche quella emozionale: avrei iniziato una nuova vita lontano dalla famiglia e da tutto quello che ha caratterizzato la mia vita fino a quel momento. Tuttavia, sotto un’ottica professionale, il trasferimento a Padova costituiva una sfida piuttosto stimolante: potevo mettere a confronto le mie competenze al di fuori di Palermo e, per fortuna, non riscontrai alcuna carenza che non potessi colmare con facilità.
Una scelta caratterizzante è sicuramente stata il Collegio Gregorianum. Come è avvenuto l’avvicinamento?
Parto dicendo che, sebbene lo studio fosse molto importante, in quell’occasione non esclusi nelle mie considerazioni la vita al di fuori dell’università. Concretamente, prima di trasferirmi a Padova ero abbastanza certo che vivere in appartamento fosse la migliore soluzione; i saggi consigli dei miei genitori ebbero però la meglio ed è stato un bene, dico a posteriori. La vita qui in collegio mi ha dato la possibilità di incentrare tutte le mie forze sullo studio grazie ai vari servizi offerti (tra cui la mensa, pulizie ed eventuali incontri). Molto importanti anche i rapporti umani che si instaurano con le altre persone che vivono e la continua possibilità che si ha di confrontarsi con chi ha magari più esperienza per quanto riguarda la vita universitaria. Sostanzialmente, è quasi impossibile sentirsi soli. È possibile anche approfondire la sfera culturale attraverso varie conferenze organizzate all’interno del Collegio, riuscendo così ad avere una formazione, o meglio una sensibilità multidisciplinare.
Sono a disposizione la tesi del laureato e le slide utilizzate nella presentazione.