Guglielmo Frittoli, in seguito alla sua laurea in Astrophysics and Cosmology conseguita con voto 110 e lode il 21 settembre 2022, ci parla dei suoi anni al Gregorianum e all’Università.
Per quale motivo hai scelto di intraprender una laurea in fisica?
Nonostante abbia perseguito studi classici alle superiori, la matematica e la fisica mi hanno sempre appassionato e così ho finito per dedicarmi a quelle materie. Certo, inizialmente ero indeciso, come ogni studente di quinta superiore, tra gli argomenti che più mi piacevano: avevo il cavillo dell’origine delle parole; forse lanciarmi a Lettere per puntare alla filologia? Avevo anche il cavillo del capire perché le cose funzionavano in un certo modo; quindi, ingegneria o addirittura fisica e matematica? Alla fine, ho scelto la strada che mi ha permesso di investigare meglio quello che più mi affascina: lo spazio e l’Universo. Sembra una frase da cioccolatino Perugina ma è stato davvero così. Dopo anni di studi posso dire di non saperne ancora nulla.
Come hai deciso di proseguire il tuo percorso di studi?
Dopo la laurea magistrale ho intrapreso la strada del dottorato. Mantenendo i contatti con il mio relatore di Padova, il Prof. Nicola Bartolo, ora studio e faccio ricerca in Cosmologia a Roma, sotto la guida della prof.ssa Marina Migliaccio. Nel momento in cui scrivo queste righe sono al secondo anno e ogni giorno scopro che c’è sempre più di cui non so veramente niente. Che sia un bene o che sia un male dipende dalla giornata: è un ostacolo o una opportunità? Il dottorato non è per niente semplice e a volte è sconfortante, altre volte entusiasmante. La ricerca è così, a piccole vittorie e a passettini. Per ora, mi diverto e sono circondato da persone veramente in gamba.
Perché hai scelto Padova?
La risposta onesta è che volevo provare ad uscire di casa ed essere più indipendente. Vengo da Cento, un paesino vicino Bologna, e quindi avrei potuto essere un comodo pendolare. Tuttavia, volevo provare ad essere “grande”, o almeno la vedevo così. È stata una scelta vincente, secondo me, poiché ho imparato molto e ho conosciuto tante persone. Padova offre il contesto perfetto: è una città universitaria ricca di iniziative ma è piccola abbastanza da essere a misura d’uomo. A tutto questo si aggiunge che Padova è comunque una eccellenza in Italia per Fisica, che è stata una vera palestra di vita.
Ci sono stati momenti di difficoltà durante il tuo percorso? Come li hai affrontati? E invece quali sono state le maggiori soddisfazioni?
Ce ne sono stati tantissimi. Tutto il primo anno e mezzo di triennale è stato una continua e straziante difficoltà: esami difficili, esercizi difficili, lezioni difficili. Colmare le lacune del liceo è stato un vero e proprio calvario ma per fortuna ho avuto a fianco amici di corso e del Gregorianum che davvero mi hanno salvato la pelle, avendo la pazienza di aiutarmi. Devo a loro la mia laurea in Fisica. La più grande soddisfazione è stata ingranare la marcia: gli esami non erano comunque diventati magicamente facili ma sapevo come affrontarli e avevo gli strumenti per farlo. Arrivato a quel punto, è stata una sfida ad armi pari (quasi).
Come hai intenzione di proseguire il tuo percorso dopo il dottorato?
Questa è una domanda da un milione di euro che non si dovrebbe fare ad uno che fa il dottorato. Per ora posso dirti che mi piace: quello che faccio è di stampo teorico ma alcune parti del mio lavoro sono fenomenologiche; quindi, ho un riscontro netto di quello che faccio. Credo che anche questo mantenga vivo il mio interesse nel far ricerca. Ora come ora mi piace, mi diverto e faccio parte di una collaborazione scientifica (Euclid Collaboration) che sarà molto viva nel prossimo futuro. In sostanza, mi piacerebbe continuare in ambito accademico.
Come sei venuto a conoscenza del Gregorianum? Come mai hai deciso scelto di vivere in un collegio? Perché proprio il Gregorianum?
Per quanto prima avessi detto che volevo essere indipendente, sono comunque una persona pigra e un collegio universitario sembrava la perfetta via di mezzo: abbastanza da essere autonomo, non abbastanza da dovermi occupare di parte delle mansioni di casa. Il Gregorianum l’ho scoperto online, spulciando qua e là. Una volta visitato di persona mi sono piaciuti sia il clima sia il fatto che tra i mille spazi comuni (palestra, sala tv, biblioteca, ecc.) avevo comunque la mia cameretta singola. Ai colloqui poi capii che mi sarei trovato bene: mi hanno accolto con lo spritz.
In che modo il Gregorianum ti ha aiutato durante il tuo percorso universitario?
Posso dire che ha aiutato sia direttamente sia indirettamente. Direttamente poiché assieme a me c’erano altri che facevano Fisica e quindi si era creato un bel gruppo che si spronava a vicenda. Puntualmente subito dopo cena, si diceva: “ecco i Fisici che vanno a studiare”. Non credo avrei dato il massimo senza di loro. Indirettamente perché il Gregorianum in sessione cambia perché tutti studiano (giustamente). Tu ti guardi intorno, vedi tutti che studiano e ti metti a studiare pure tu, anche solo per i sensi di colpa. Fin qui ho parlato solo degli aspetti accademici ma potrei dilungarmi anche sul piano sociale e personale: non c’è mai stata occasione che ogni sera qualcuno non proponesse qualcosa da fare, qualche posto da vedere, o anche solo una passeggiata in centro ed una birra. Insomma, non ci si annoia mai e si formano amicizie per la vita.
Tra tutte le attività interne quali sono state quelle che hai intrapreso?
Ho intrapreso varie attività. Durante il secondo anno sono stato incaricato come gestore emeroteca (comunemente detta Sala Stampa). Poi ho aiutato l’incaricato Costumer Care nelle sue mansioni e nella lunga “battaglia” per non togliere la polenta dal menu; poi barista per diversi anni e infine consigliere anziano durante la presidenza di Virginio. La mansione più importante e difficile è stata quella di dare una mano a montare il cucinotto di una delle stanze doppie del Gregorianum: non so che dirvi, quel pomeriggio ce lo avevo libero e ad Andrei serviva una mano.
Qual è il tuo ricordo più caro in collegio?
Ne ho veramente tanti e faccio fatica a scegliere. Ci sono state nottate passate o a studiare o in auletta a fare esercizi mentre un instancabile direttore scrive alla lavagna; ci sono state nottate di goliardia e baldoria, in cui in 40 abbiamo riempito un locale e non ricordo in che modo qualcuno è finito a ballare sul tavolo e a suonare il violino; ci sono stati momenti in cui abbiamo fatto a palle di neve sul tetto, momenti in cui abbiamo appoggiato una scala a pioli per bussare alle finestre del secondo piano e ci sono stati momenti in cui abbiamo cantato e bevuto in allegria alle cene di Natale. Tra tutti però, i ricordi più belli non sono episodi eclatanti di goliardia ma momenti di tranquilla convivialità. Dopo una stancante giornata, verso sera, prima di andare a dormire, capitava di ricevere un messaggio: “c’è della pancetta al bar, vieni”. E tu, finalmente, ti scrollavi di dosso il peso della giornata e andavi in sala comune a mangiare qualcosa, bere un bicchiere di prosecco e fare due tranquille chiacchere, prima di coricarti e ricominciare l’indomani daccapo.
Hai qualche consiglio da dare a una futura matricola che decide di intraprendere il tuo stesso percorso di studi?
Non farlo. Sto scherzando: aggiungiti pure alle file dei fisici ma sappi che c’è da studiare tanto e bene e con disciplina. Trovati qualche compagno di studio, spronatevi l’un l’altro e non arrendetevi mai, mai e poi mai. Soprattutto, non farti mai problemi a chiedere un aiuto o un confronto, quando serve: risolve tanti problemi e risparmi tanto tempo. Ci siamo passati tutti e nessuno ha tirato le cuoia. Sembra un quadro abbastanza cupo, quello che dipingo, ma sono solo consigli pratici. Fare Fisica è un po’ come una guerra di logoramento: devi resistere e ti prenderai delle cannonate. Pazienza, alla fine le tirerai anche tu. Tutto si basa sul fatto che, in fin dei conti, devi divertirti: gli anni universitari sono un momento ricco di esperienze, che non dimenticherai mai e che passerà in un attimo. Punta a goderti questi anni e ad imparare anche dalla vita più che puoi. Io, nel complesso, sono stato felice e se tornassi indietro non cambierei nulla.
Titolo della tesi: “Testing Gravity with Cross-Correlation of Cosmic Microwave Background and Large-Scale-Structures of the Universe”
Relatore: Prof. Nicola Bartolo
Dottorato: “Cosmology from the cross-correlation of CMB and large-scale structure obersvables”
Supervisor: Prof.ssa Marina Migliaccio
Cosupervisor: Prof. Nicola Bartolo