Mattia Benedet, dopo la laurea conseguita il giorno 25/09/2021 con voto 110/110 e lode, ci offre una panoramica del suo percorso in Collegio, in Università e delle sue ambizioni e passioni
Raccontaci della tua tesi di laurea: come hai scelto l’argomento e cosa ti ha ispirato?
Ho scelto di svolgere la tesi magistrale nel gruppo di ricerca della Prof.ssa Chiara Maccato, sviluppando una strategia per la sintesi di materiali costituiti da nitruro di carbonio grafitico (g-C3N4) successivamente funzionalizzati con nanoparticelle di oro e argento tramite una procedura plasma-assistita, in modo da poterli utilizzare per la foto-decomposizione dell’acqua.
Sebbene di primo acchito l’argomento di tesi possa sembrare un po’ ostico, esso presenta un notevole interesse pratico, dal momento che la decomposizione dell’acqua è una delle vie maggiormente studiate per la produzione dell’idrogeno verde (da utilizzare nelle celle a combustibile) come sostituivo dei combustibili fossili, che hanno un elevato impatto ambientale e non sono energeticamente rinnovabili. La possibilità di dare il mio ancorché piccolo contributo in un ambito della ricerca di notevole attualità ed importanza applicativa è stato ciò che mi ha fortemente motivato a intraprendere questo percorso
Come mai hai scelto di proseguire con il dottorato di ricerca?
Ho scelto di proseguire con il dottorato nello stesso gruppo di ricerca della tesi magistrale sia per l’ottimo rapporto che ho sviluppato con i professori che mi hanno seguito sia per la possibilità di approfondire le conoscenze acquisite durante la tesi. Infatti, la progettazione, lo sviluppo, la caratterizzazione e la validazione dei nostri materiali richiede molto lavoro e uno studio attento, in cui non sempre le previsioni attese vengono rispettate. Inoltre, la possibilità di ottimizzare i materiali finali (ad esempio migliorandone la stabilità oppure riducendo il costo delle materie prime) sono dei target che rendono la nostra ricercainteressante non solo dal punto di vista accademico, ma anche industriale.
Ora stai ricoprendo il ruolo di tutor di chimica in collegio. Cosa ti sta dando questa esperienza?
Il ruolo di tutor in collegio credo sia molto importante per uno studente del primo anno che si trova catapultato in un mondo a volte completamente diverso rispetto a quello a cui era abituato durante le superiori, in cui non è sufficiente “studiare un po’ di più”, ma imparare a organizzare il proprio tempo e preparare gli esami secondo una modalità che poco ha a che vedere con le verifiche delle superiori. Da ex-studente posso capire molto bene le difficoltà che deve affrontare uno studente del primo anno e in quanto tutor posso aiutarlo a superarle con serenità
In che modo il Collegio ti ha aiutato a crescere come persona?
Il collegio è un ambiente molto vario, con dei meccanismi al suo interno che lo rendono unico e speciale. Saper vivere con altri 80ragazziprovenienti da tutta l’Italia e da diverse parti del mondo, a volte con un vissuto alle spalle molto diverso dal mio con cui è necessario, e non sempre facile, stabilire dei rapporti di amicizia e rispetto reciproco è uno dei maggiori insegnamenti che ho acquisito vivendo in Gregorianum.
Come è nata la tua passione per la montagna e in che modo ha influenzato sul tuo percorso universitario? C’è stato un momento specifico che ha scatenato tutto?
Non sono mai stato un amante degli sport e alle superiori mi sono sempre definito un po’ “poltronaro”. Ma l’impegno che l’università comporta, ossia una notevole dose di tempo impegnata nello studio, mi ha fatto capire che avevo bisogno di una valvola di sfogo tramite cui poter stare un po’ all’aria aperta, fare dell’attività fisica e ammirare bellissimevedute. Così, complici i meravigliosi scorci Dolomitici come le Tre cime, il lago Sorapiss, il passo Giau, mi sono avvicinato al mondo della montagna che condivido felicemente con altri ragazzi in collegio con cui andiamo spesso a fare escursioni.
Cosa trovi di più gratificante nell’esplorare la montagna? C’è un ricordo particolare che ti rimane impresso?
Ciò che mi piace molto della montagna non è solo la possibilità di ammirare bellissimi paesaggi, ma anche il fatto che essa è una bella metafora di quello che è lo stile di vita di uno studente universitario o anche di un giovane lavoratore: per raggiungere la vetta ed ammirare il paesaggio è necessario fare fatica. A volte la fatica può spaventare, ma siamo ragazzi giovani, di vent’anni e abbiamo le energie e la voglia di metterci in gioco nell’ambito che più preferiamo e credo che questo sia importante
Ora che stai facendo il dottorato, cosa ti aspetti da questa nuova fase della tua formazione accademica?
Il dottorato rappresenta tre anni di specializzazione in un ambito della ricerca che ti ha particolarmente colpito e in cui credi di poter dare un contributo sostanziale in virtù delle conoscenze acquisite durante la tesi. Tuttavia, è anche un periodo in cui esplori in prima persona dei filoni di ricerca mai studiati da nessun altro e in cui son molti gli interrogativi che si pongono e gli insuccessi da affrontare. Saper imparare a rialzarsi dopo un fallimento, sapersi interfacciare in maniera razionale anche con i superiori e saper gestire in maniera sana il proprio tempo tra università e interessi personali sono delle capacità che si imparano piano piano e non sono assolutamente scontate.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Questa è una bellissima domanda. Mi piacerebbe molto continuare in questo ambito di ricerca, eventualmente spaziando anche sullo sviluppo di materiali per la degradazione foto-assistita di inquinanti o il sensing di sostanze tossiche, ma allo stesso tempo mi piace molto lo sci, il trekking, il nuoto, ecc. Chissà se queste due strade riescono a trovare un punto di coincidenza!
Titolo della tesi: “Nanomateriali a base di nitruro di carbonio come foto-elettrocatalizzatori in processi di oxygenevolution reaction (OER)”,
Relatore: Prof.ssa Chiara Maccato
Correlatore: Prof. Gian Andrea Rizzi
Dottorato: “Materials science and technology”
Supervisore: Prof.ssa Chiara Maccato