24 Marzo 2016

Comunità

Fin dal disegno iniziale fu chiaro ai fondatori del collegio, provenienti dal mondo della Fuci (Federazione Universitaria Cattolici Italiani) che il Gregorianum non doveva essere “ne un albergo, ne un pensionato, ma un luogo per una proposta: affiancare persone laureate ai ragazzi in un metodo che li immettesse in un percorso virtuoso da studente a studiosi“. Una vera e propria comunità educante in grado di promuovere uno spazio di libertà in cui la vocazione di giovani universitari possa svilupparsi nel migliore dei modi possibili.

Pienamente rispondente al progetto formativo è stata la scelta una comunità non eccessivamente numerosa: un gruppo di circa settanta persone che possano effettivamente conoscersi e stringere relazioni significative tra loro. Il confronto aperto con persone impegnate nello studio di diverse discipline, provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, e di ceti sociali e di età differenti, avviene  quotidianamente all’interno di quella “società in miniatura” che è il collegio e fornisce di per sé uno strumento molto efficace con cui la persona può misurare le proprie doti, sperimentandosi, mettendosi in gioco, arricchendo il proprio bagaglio di competenze.

Agli studenti inoltre è richiesta una compartecipazione alla gestione del collegio che culmina nella cooptazione di un loro rappresentate, eletto tramite procedure democratiche che essi stessi si sono dati, nel Consiglio di Amministrazione. Alla base c’è un’articolata  organizzazione interna, a cui tutti sono chiamati -a vario titolo- a partecipare, con l’obiettivo di garantire una serie di servizi autogestiti (emeroteca, bar interno, attività culturali e sportive, biblioteca, animazione liturgica, promozione di nuovi stili di vita, feedback su mensa e pulizie, …).

La residenzialità che caratterizza la vita universitaria all’interno del Gregorianum è quindi il presupposto per uno spazio di crescita, in cui potenziare in maniera impalpabile ma efficace quelle competenze trasversali  di tipo relazionale la cui importanza è spesso trascurata, ma che sono in grado di fornire un abito mentale oggi sempre più imprescindibile per un efficace adattamento al mondo del lavoro, alla complessità del reale, a contesti sempre più internazionali.

Grazie alla estesa rete degli Alumni, in collegio, non solo è possibile impartire a gruppi di studenti, seppure ristretti, ma particolarmente motivati, una formazione orientata al business che sia complementare a quella tecnico-scientifica fornita dal curriculum universitario, è anche possibile sperimentare sul campo le attitudini degli studenti, sostenendo ed incoraggiando progetti di collaborazione, individuali o di gruppo, con le aziende.

Al fine di riavvicinare il vissuto quotidiano e le idee e i valori acquisiti nelle discipline studiate all’università a quella visione più ampia dell’esistenza che è necessaria per una autentica realizzazione della persona, sono richiesti modelli e linguaggi rinnovati: il giovane studente universitario, per sua natura, tende a sperimentare su di sé in maniera particolarmente sensibile questa frattura e interpella la Chiesa alla ricerca di una sintesi portatrice di felicità.

Concretamente, ogni anno vengono effettuate proposte formative lungo tre dimensioni: approfondire (gruppi di studio seminariali, conferenze, testimonianze di ospiti, cineforum, visite guidate); ascoltare (celebrazione eucaristica comunitaria settimanale, liturgia delle ore, occasioni di preghiera in concomitanza con i momenti più significativi dell’anno liturgico, meditazioni guidate a partire dalla Parola di Dio, un ritiro spirituale a Pentecoste a conclusione dell’anno accademico), agire (oltre alle già citate occasioni di servizio all’interno del collegio, si propongono esperienze di volontariato in strutture diocesane o parrocchiali e impegni di solidarietà).

Questi sono gli strumenti che si ritengono essere i più idonei per accompagnare gli studenti che vivono in collegio nella maturazione interiore, negli impegni che la vita pone innanzi e anche nell’esperienza della fede, cercando di interpretare al meglio le loro esigenze.