Il professore Gaetano Malesani, già ordinario di Elettrotecnica, cofondatore del Gregorianum, per molti anni membro del Consiglio di Amministrazione del Collegio, da sempre amico e sostenitore, il giorno 14 luglio 2018 ha concluso serenamente una vita lunga, ricca di affetti e soddisfazioni e ha così ritrovato la moglie Luisa e il figlio Francesco.
Malesani è stato maestro di molti studenti, tra cui non pochi Gregoriani, che lo ricordano come persona intellettualmente onesta e umanamente corretta: un credente cristiano, laicamente impegnato nell’università per un servizio di “carità intellettuale” (espressione Montiniana a lui molto cara).
Riconoscenti per quanto il Gregorianum ha ricevuto dal professor Malesani, nella preghiera ci stringiamo ai figli Livio ed Elisabetta e alla famiglia in questo triste momento.
Per meglio illustrare anche a chi non ha avuto modo di conoscerlo la figura di Gaetano Malesani riportiamo qui di seguito il testo del discorso pronunciato durante il rito dell’alzabara nel Cortile Antico di Palazzo Bo’ dal prof. Francesco Gnesotto, Ordinario di Elettrotecnica, Presidente del Consorzio RFX, ex allievo del collegio, consigliere di amministrazione della Fondazione Gregorianum.
Il prof. Gaetano Malesani ha dedicato tutta la sua vita scientifica alle ricerche sulla Fusione Termonucleare Controllata come possibile fonte di energia per l’umanità.
Permettetemi alcuni brevi cenni a fatti di più di mezzo secolo fa. Gaetano si è laureato con lode in ingegneria Elettrotecnica nel 1958. L’anno prima era stata fondata a Vienna l’International Atomic Energy Agency e proprio nel ‘58 a Ginevra si è tenuta la conferenza intitolata “Atoms for Peace”, dove per la prima volta venivano resi pubblici i primi risultati delle ricerche sulla fusione per usi pacifici. Dobbiamo ricordare che siamo nel pieno della guerra fredda, nel ‘52 gli Stati Uniti avevano fatto esplodere la prima bomba all’idrogeno della storia, seguita naturalmente, solo un anno dopo, dall’Unione Sovietica. Che si parlasse di fusione termonucleare apertamente, tra scienziati americani, russi, inglesi e francesi ci appare oggi come un miracolo e di questo miracolo, con la sua nota lungimiranza, si accorse subito Giovanni Someda, che radunò un gruppetto di ingegneri elettrici sotto la guida di Nando Gasparini: il gruppetto era costituito da Giorgio Rostagni e Gaetano Malesani, entrambi laureati in quel fatidico 1958, e si mise subito al lavoro. Gaetano lavorava solo nei ritagli di tempo che gli lasciava il suo principale compito, che era quello di montare e gestire ponti radio sul Venda e su altri monti, come ufficiale del Genio Aeronautico. Quel gruppetto si chiama oggi Gruppo di Padova per le Ricerche sulla Fusione ed ha superato le 150 persone, più una trentina tra laureandi e dottorandi (qui presenti per rendergli l’ultimo omaggio). Co-fondatore dunque, e pioniere di una ricerca oggi in pieno sviluppo con il progetto ITER e questo già la dice lunga sulle capacità gestionali e di indirizzo che hanno caratterizzato tutta la carriera di Gaetano. Che, appena congedato, è stato subito chiamato da Someda come assistente volontario di Elettrotecnica, svolgendo da quel momento un’intensissima attività didattica nei Corsi di Laurea sia di Ingegneria Industriale che di Ingegneria dell’Informazione. I suoi allievi sono sparsi in mezzo mondo, e Gaetano era sempre orgoglioso quando lo incontravano per strada, lo riconoscevano e ancora lo ringraziavano. Il suo concreto impegno per gli studenti si concretizzava anche nella lunga collaborazione, anche in Consiglio di Amministrazione, con il collegio universitario Gregorianum.
Assieme a Massimo Guarnieri, Gaetano ha scritto numerosi testi di riferimento per la docenza in Elettrotecnica, adottati da diverse sedi italiane e apprezzati per il loro assoluto rigore e la loro completezza.
Ma adesso vorrei ripescare qualche ricordo un po’ più recente dei miei rapporti personali con Gaetano, che non cominciano con le lezioni di Elettrotecnica perché io ero allievo di Luciano Merigliano. Ho incontrato Gaetano la prima volta nel 1975 da laureando, quando lui era già da alcuni anni direttore del Centro di Studi sui Gas ionizzati del CNR e dell’Università: la prima impressione, confermata del tutto anche negli anni successivi, è stata quella di una persona gentile, un po’ burbero nei modi (forse contaminato dalla lunga consuetudine didattica con Renzo Marenesi); sempre attento a rispettare le libere scelte delle persone, anche le più giovani, ma prodigo di consigli “da buon padre di famiglia”. Era anche attentissimo a non creare false illusioni di carriera, ed altrettanto efficace nel lavorare nelle commissioni di concorso. Ne ha fatte tante di commissioni Gaetano, ed ancor oggi i colleghi del Settore ne riconoscono apertamente l’equilibrio e l’autorevolezza.
Intanto Gaetano dirigeva il Centro sui Gas Ionizzati, che stava realizzando in via Gradenigo la nuova macchina Eta-Beta II, macchina che con i suoi brillanti risultati scientifici ha dato un impulso decisivo allo sviluppo della linea di ricerca cosiddetta “Reversed Field Pinch”. Ma si trattava ancora di esperimenti di dimensioni universitarie, il gruppo era costituito da una decina di Fisici e Ingegneri, più alcuni tecnici e amministrativi.
La vera svolta arriva intorno al 1980: grazie anche ai successi di Eta-Beta II, si lavora alacremente con i colleghi di Culham (UK) e Los Alamos (USA) per il progetto RFX, una grande macchina da costruire a Culham. Ma nel 1982 Mrs Thatcher taglia i fondi alla ricerca inglese e RFX rimane a terra come tanti altri progetti di ricerca. E qui interviene quel pizzico di follia che non può mai mancare nelle grandi imprese: Culham a quel tempo aveva un migliaio di ricercatori sulla fusione, Padova una quindicina. Giorgio e Gaetano, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, propongono in totale sintonia tra loro: perché non proviamo a portarla a Padova? Tra di voi c’è ancora sicuramente qualcuno che ricorda la nostra reazione: un sogno sì, ma…l’affidabilità dell’Italia è quella che è (avevamo da poco perso la competizione per avere il JET a Ispra), il gruppo di ricerca è un gruppuscolo, servono grandi spazi e un’enorme potenza elettrica, e poi né il CNR né l’Università hanno la struttura amministrativa adatta ad un’impresa di quelle dimensioni…
Niente, come nulla fosse, i nostri due “molloni”, come definì pubblicamente Giorgio e Gaetano il rettore Luciano Merigliano in un’occasione storica, affrontano infinite sfide, a livello sia nazionale che internazionale e alla fine, in poco più di un anno, l’accordo è fatto: entra nella partita l’ENEA, che finanzierà il 55% della macchina, l’Europa finanzierà il 45% e la Gran Bretagna collaborerà con risorse sia umane che materiali (e anche questo non era cosa da poco…)
Per Gaetano è il vero, trionfale ingresso nella politica della ricerca nazionale ed europea: Giorgio come capo progetto di RFX teneva le redini del gruppo di ingegneri, che nel frattempo era ovviamente cresciuto di molto, e Gaetano teneva le fila dei rapporti istituzionali, sempre incredibilmente in totale sintonia tra loro nonostante le infinite difficoltà. Gaetano diventa Direttore del Gruppo di Padova per ricerche sulla Fusione nel Contratto di Associazione tra Euratom ed ENEA, diventa il rappresentante italiano nel Fusion Panel Coordinating Committee dell’International Energy Agency di Parigi. Intrattiene rapporti scientifici e personali cordialissimi con colleghi di Frascati, Bruxelles, Parigi, Washington, Kyoto, di cui testimoniano le numerose lettere che abbiamo trovato nel suo studio.
In quel periodo è senz’altro stata di grande soddisfazione per Gaetano la sua prolusione al 767° anno accademico pronunciata in Aula Magna nel febbraio 1988.
Ma è soprattutto nelle relazioni con il CNR, l’ENEA, l’Università e il Ministero che Gaetano dimostra un’insuperabile abilità nel preparare documenti inattaccabili, che era molto ma molto difficile contestare, e nel preparare gli argomenti giusti per le discussioni finali.
Abilità che sia Gaetano sia Giorgio hanno dovuto impiegare fino all’ultima goccia nell’estenuante, ma alla fine vittorioso, tentativo di costituire il Consorzio RFX. La battaglia è durata più di 4 anni, ma alla fine è nata questa struttura che, nonostante limiti e difficoltà, ci ha permesso di crescere negli anni e di portare a termine programmi scientifici di grande respiro. Incluso il nuovo laboratorio ITER Neutral Beam Test Facility con l’esperimento SPIDER, alla cui inaugurazione l’11 giugno scorso Gaetano era presente con evidente soddisfazione, premio anche al suo impegno e alla sua costanza nei decenni.
In queste commemorazioni è consuetudine anche dar testimonianza della cosiddetta produzione scientifica: Gaetano nella sua gioventù ha pubblicato articoli di ricerca, anche in sedi prestigiose, su diversi argomenti: per non annoiarvi troppo ne cito solo alcuni: gli studi sulle onde d’urto nei plasmi, le misure su fenomeni elettromagnetici rapidissimi (1 microsecondo), gli studi sui fenomeni di ionizzazione e di scarica e soprattutto, naturalmente, i lavori sulla configurazione RFP, su Eta-Beta e su RFX. A questi lavori sono stati anche assegnati premi da importanti istituzioni come l’Accademia delle Scienze di Torino, l’Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana, l’Istituto veneto di Scienze Lettere ed Arti. Ma non è sulla base del numero delle pubblicazioni o delle citazioni che vogliamo valutare il contributo scientifico di Gaetano. Piuttosto, da quel che possiamo vedere con i nostri occhi, cioè i risultati concreti della sua ricerca.
E per concludere vorrei fare un rapido cenno ad un aspetto che ha caratterizzato tutta la vita attiva di Gaetano: la continua ricerca interiore delle motivazioni etiche del suo lavoro: da questo non era certamente estraneo l’impegno nel Comitato Scientifico della Fondazione Lanza. E nemmeno la totale dedizione, nonostante i pressanti impegni di lavoro, con cui si è dedicato, fino all’ultimo istante, alla sua famiglia, alla sua adorata sposa Luisa e all’indimenticato Francesco, che lo hanno preceduto in Cielo, a Livio ed Elisabetta che lo piangono oggi con noi.
Caro Gaetano, ci sei stato di esempio per più di 40 anni, sei stato per noi un vero Maestro di vita: di certo lo sarai ancora da domani.
- Notte della Ricerca 2016. Gaetano Malesani assieme al Presidente del Consorzio RFX Prof. Francesco Gnesotto, il Dirigente Tecnologo del Consorzio RFX Roberto Piovan, il Direttore dell’Istituto Gas Ionizzati Vanni Antoni e la responsabile della Comunicazione del Consorzio RFX Maria Teresa Orlando, in uno dei tanti momenti felici passati assieme.