Armando Rigobello al Gregorianum

Ciclo di conferenze con Armando Rigobello

novembre 1967

Dal 20 sino al 22 di Novembre, nel 1967, il Collegio Gregorianum ha avuto l’onore di ospitare il professore di filosofia Armando Rigobello, in un ciclo di conferenze dedicato alla problematica filosofica di Dio vista sotto diversi punti di vista.

È stato allievo a Padova di Luigi Stefanini; dal 1963 al 1974 ha insegnato Storia della filosofia e Filosofia morale all’Università di Perugia; dal 1974 al 1982 Storia della filosofia nell’Università di Roma «La Sapienza», dal 1983 al 1996 Filosofia morale nell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Ha continuato ad insegnare fino al 2009 presso l’università privata LUMSA di Roma dopo esserne stato, nel 1989 e fino al 1991, il primo Rettore. Studioso e teoreta dai multiformi interessi filosofici che vanno dalla metafisica, all’etica, alla filosofia politica, ha avuto una nutrita schiera di allievi divenuti in seguito affermati studiosi come: Luigi Alici, Enrico Berti, Paolo Nepi, per citarne solo alcuni.

Le tre conferenze affrontano la spinosa questione filosofica di Dio incentrandosi, durante la prima sull’esperienza umana di Dio, nella seconda sulla via dell’interiorità per giungere alla conoscenza di Dio e infine nella terza ed ultima conferenza, sulla figura di Dio da un punto di vista storico.

Nel corso della prima discussione tenutasi il 20 novembre il professore Rigobello dimostra un’ampia e vasta conoscenza del panorama filosofico che specificatamente si è occupato della ricezione esperienziale umana di Dio, da Husserl ad Heidegger passando per gli esistenzialisti francesi come Camus e Sartre sino a giungere ai filosofi moderni come Pascal e Cartesio. Sin dalle prime battute il filosofo Rigobello specifica che l’obbiettivo è quello di giungere durante la conferenza ad evidenziare gli aspetti che contraddistinguono il contatto di Dio con l’esperienza umana. Quest’ultima ha naturalmente cambiato nel corso dei secoli il suo modo di approcciarsi alla questione dell’esistenza di Dio, dalla “res cogitans” cartesiana che fa dell’esistenza divina il fondamento della realtà a Sartre che ci proietta con la sua filosofia in un universo schiacciato da una libertà ingestibile caratterizzata da scelte che quindi non sanno che farsene di Dio. La conclusione cui giunge Rigobello è particolarmente ingegnosa: Dio non può essere studiato e approcciato con degli strumenti tecnici come quelli impiegati nelle discipline scientifiche, non possiamo porci domande su Dio in questi termini perché non giungeremmo mai ad una risposta, ma la via maestra per un autentico domandare ed esperire Dio è solo l’atteggiamento del mistero.

Durante la conferenza tenutasi il giorno dopo il professor Rigobello si concentra invece sulla questione della dimensione interiore dell’uomo, ciò che la contraddistingue sostiene il docente universitario, è la sua non esauribilità. Due autori che spiccano per frequenza ed importanza nel corso della conferenza sono Agostino e Freud i quali in maniera parallela ed opposta hanno reso noto quel profondo, quell’interiore di cui l’uomo è dotato, con l’unica differenza che per Freud, l’elemento interno all’uomo che in Agostino coincideva con Dio, nelle ricerche dello psicoanalista esso coincide con l’inconscio. A conclusione della conferenza il professore Rigobello pone l’accento sull’importanza di una apertura che scongiuri il rischio di un dogmatismo che non ci dia alcun tipo di risposta concreta su limiti, possibilità e tensioni della nostra interiorità.

Infine nell’ultima conferenza datata 22 Novembre la tematica affrontata è quella dello storicismo, una posizione filosofica che risolve la realtà nella storia, in cui Dio non c’è o è sostituito da un’entità che gli assomiglia. Il rischio di una simile posizione naturalmente è di schiacciare l’uomo in quanto singolarità e di privarlo in toto della sua possibilità di agire all’interno del reale svincolato da questa storia dogmatica che il professor Rigobello critica aspramente e di cui dimostra in più punti gli aspetti paradossali e contradditori. A conclusione della conferenza il professore presenta quella che maggiormente ai suoi occhi pare la soluzione congeniale per sfuggire allo storicismo, ossia mantenersi in una posizione aperta che abbraccia la trascendenza religiosa capace di garantire all’uomo quella libertà di cui è privato nello storicismo.

Qui è disponibile la trascrizione originale del ciclo di conferenze di Rigobello.